Centro Studi Naturopatici

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martedì 10 agosto 2010

Alimentazione, Integrazione e Chemioprevenzione


Molti progressi sono stati fatti a partire dai primi anni novanta nella comprensione degli eventi cellulari e molecolari che stanno alla base della cancerogenesi. Si è potuto comprendere che la cancerogenesi è caratterizzata da un'espressione genica alterata che trae origine da modificazioni a livello del DNA attraverso un percorso estremamente lungo e complesso. Tale processo avviene attraverso molte fasi ognuna delle quali prevede una serie di cambiamenti cellulari. Questo comporta che solo dopo molti anni dalla prima alterazione genica il tumore diventi clinicamente identificabile. Una precisa conoscenza delle fasi di sviluppo dei tumori è necessaria per comprendere come l'alimentazione o l'integrazione nutrizionale siano in grado di modulare la risposta dell'organismo all'insorgere del tumore stesso. Le progressive modificazioni geniche che avvengono durante le fasi della cancerogenesi permettono alla cellula pretumorale di acquisire determinate caratteristiche che permetteranno, in seguito, l'acquisizione di vantaggi in termini di crescita e di sopravvivenza cellulare rispetto ai tessuti normali circostanti. Infatti i tumori non possono semplicemente essere considerati ammassi di cellule ma creano un microambiente tumorale costituito da cellule differenziate tra loro con la funzione di tramandare la linea cellulare tumorale. La prima fase della cancerogenesi viene definita come iniziazione e coincide con il primo danno al DNA cellulare dovuto all'esposizione della cellula ad un agente in grado di indurre questa prima mutazione. Se tale lesione non viene corretta o la cellula non viene eliminata sarà in grado di riprodursi in cellule figlie che potenzialmente potranno portare allo sviluppo di un tumore. Tuttavia l'iniziazione non è di per sé sufficiente per lo sviluppo del cancro. La cellula precancerosa deve andare incontro ad una fase di promozione attraverso la sua esposizione ad un agente che viene definito promuovente in grado di alterare il grado di proliferazione cellulare attraverso ulteriori danni al DNA. Infine avviene il terzo stadio della sviluppo della cancerogenesi, definito progressione, caratterizzato dalla migrazione di alcune cellule del tumore primario verso sedi o organi lontani attraverso il torrente circolatorio. Quest'ultimo stadio è responsabile del novanta per cento delle morti provocate da neoplasie. La relazione tra dieta e cancro è stata oggetto di un gran numero di ricerche che, pur evidenziando una correlazione certa, non sono state in grado di dare delle linee guida per quanto riguarda la chemioprevenzione condivise da tutta la comunità scientifica. Tale relazione infatti risulta assai complessa dato il numero di variabili presenti. Basti pensare che attraverso un regime dietetico si possono assumere più di 25.000 molecole bioattive in quantità variabili a seconda della provenienza del cibo ingerito, del metodo di produzione adottato e dei sistemi di conservazione e cottura subiti dal cibo stesso. Inoltre ogni singolo costituente dietetico è in grado di modulare tutta una serie di processi sia nelle cellule normali che in quelle tumorali e la risposta delle une e delle altre può essere molto diversa. Se ciò non bastasse diversi componenti della dieta sono in grado di modulare uno o più dei processi cellulari che caratterizzano un tumore assumendo un ruolo protettivo o, in alcuni casi, favorente lo sviluppo tumorale. Data la notevole complessità di tali relazioni rimane di primaria importanza sviluppare una strategia di prevenzione delle patologie tumorali che necessariamente dovrà essere multifattoriale. Un approccio naturopatico alla prevenzione delle patologie neoplastiche potrebbe essere il seguente:

1)Evitare l'esposizione agli agenti cencerogeni conosciuti
2)Potenziare i meccanismi di difesa dell'organismo attraverso il controllo dell'eubiosi intestinale
3)Ridurre l'acidosi tissutale
4)Modificare lo stile di vita per ridurre lo stress ossidativo a livello cellulare
5)Prevedere una adeguata integrazione chemiopreventiva

In particolare la chemioprevenzione consiste nel tentativo di inibire o quantomeno rallentare il lungo percorso che porta una cellula alla sua trasformazione in un tumore. Tale strategia si avvale dell'utilizzo di una corretta alimentazione e di una integrazione con fitoterapici bioattivi in grado di agire su una o più fasi di progressione tumorale. E' ormai accertato che una alimentazione prevalentemente vegetariana è in grado di fornire all'organismo tutta una serie di molecole che nel loro insieme risultano protettive nei confronti dei tumori. A tal proposito è interessante notare che il danno al DNA, lo stress ossidativo e l'infiammazione cronica, sono meccanismi comuni a tutte le patologie cronico-degenerative e che la prevenzione primaria contro i tumori è in grado di dare una risposta molteplice ai bisogni di salute. Il potenziale antitumorale di questo tipo di dieta ha mantenuto alta l'attenzione del mondo scientifico nei confronti dei componenti fitochimici presenti nelle verdure e nella frutta responsabili della chemioprevenzione. Tali molecole hanno strutture stereochimiche estremamente diversificate e per tale ragione sono in grado di esercitare i loro effetti protettivi attraverso diversi meccanismi d'azione che includono il blocco della proliferazione cellulare, l'induzione dell'apoptosi, l'inibizione dell'angiogenesi e l'inibizione della capacità metastasizzante. La proliferazione cellulare dipende dal perfetto bilanciamento tra segnali che stimolano la crescita cellulare e segnali inibenti. La maggior parte delle cellule normali si trovano in uno stato di quiescenza e, per rientrare nel ciclo di crescita cellulare devono essere opportunamente stimolate con fattori di crescita e disporre di spazio e adeguati livelli di nutrienti. Gli alimenti contengono una serie di modulatori della crescita cellulare che possono agire sia come promotori energetici di tale crescita, sia come coenzimi essenziali per la produzione delle proteine necessarie per tale crescita. Ne sono un esempio vitamine come la vitamina A la vitamina B12 o minerali quali il ferro e lo zinco. Altre sostanze complesse presenti nell'alimentazione sono invece in grado di bloccare la replicazione cellulare. Gli Isotiocianati che riscontriamo nella famiglia delle crucifere e molte altre molecole come ad esempio le Antocianidine, dei flavanoli presenti nei frutti di colore rosso o blu (ribes fragola uva ecc) risultano tuttora in fase di studio per le loro proprietà antitumorali legate alla loro capacità di bloccare la replicazione. Altre molecole sono invece interessanti per la loro efficacia nell'indurre il processo dell'apoptosi. Con il termine apoptosi si definisce un meccanismo di morte cellulare presente nel nostro organismo che controlla il numero di cellule rimuovendo quelle danneggiate ed impedendone la replicazione. Spesso le cellule tumorali acquisiscono delle mutazioni a carico dei geni che regolano l'apoptosi e possono pertanto eludere i segnali apoptotici. Numerose sostanze contenute negli alimenti e nei fitoterapici sono in grado di indurre apoptosi. Particolarmente interessanti risultano l'epigallocatechina gallato presente nel Tè verde e la Curcumina presente nella Curcuma Longa che a pieno titolo trovano posto nel protocollo di integrazione utilizzato nel Centro Studi Naturopatici. Il loro meccanismo d'azione è ancora oggetto di studio ma è ormai comprovata la loro efficacia in tal senso. In particolar modo l'epigallocatechina gallato è risultata efficace anche nel contrastare il processo dell'angiogenesi cioè quel meccanismo attraverso cui il tumore produce una propria vascolarizzazione per assicurarsi l'apporto di nutrienti e ossigeno necessari per la sua crescita. La conseguenza diretta di questa duplice azione dei fitocomplessi del Tè verde è il contrasto diretto nei confronti del processo di metastasizzazione del tumore. Altre sostanze interessanti sono gli isotiocainati ,già citati, e il Resveratrolo che tuttavia presenta gravi problemi di biodisponibilità. E' invece poco razionale cercare di ridurre lo stress ossidativo a livello cellulare ad opera di sostanze reattive a livello di membrana utilizzando sostanze antiossidanti come la vitamina C la vitamina E, Carotenoidi o Retinolo, perché la neutralizzazione delle specie reattive dell'ossigeno ad opera di queste sostanze possono ritardare o anche inibire l'apoptosi e favorire così la sopravvivenza delle cellule tumorali. Basandosi su tutte queste evidenze e sui numerosi studi effettuati il National Cancer Istitute ha identificato 40 piante edibili che contengono potenziali composti chemiopreventivi ma di questi solo alcuni sono in fase clinica. E' comunque importante comprendere che una qualsiasi strategia chemiopreventiva basata sull'uso di fitocomplessi deve tener conto della possibile esistenza di effetti tossici perchè l'effetto protettivo è temporaneo e per tale ragione la loro somministrazione è necessariamente continuativa. Per tale ragione il protocollo in uso nel CSN utilizza una serie di elementi da utilizzare in maniera sequenziale. É inoltre essenziale accompagnare qualsiasi protocollo chemiopreventivo con una alimentazione adeguata ed uno stile di vita salubre perchè solo questi elementi assicurano nel tempo una strategia efficace nel contrastare tutte le patologie cronico – degenerative.

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